lunedì 10 luglio 2017

Storia di Angelo Uffredi, Giuvanet

Il 6 maggio due ragazze della classe quinta, del nostro gruppo di lavoro, Lisa e Arianna, di loro iniziativa, sono andate a intervistare un loro compaesano, per farsi raccontare l'esperienza della Guerra. Inoltre mi hanno portato fotocopie di documenti che riguardano un loro avo, anch'esso di Scopa, fra i quali delle lettere con testimonianza di un bombardamento avvenuto nel 1943 a Civitavecchia. Si tratta di episodi che riguardano la Seconda Guerra Mondiale, quindi non attinente al tema delle nostre ricerche in occasione del Centenario della Grande Guerra, ma mi hanno fatto capire alcune cose e comunque confermato il desiderio dei ragazzi di scoprire e conoscere il passato. Di certo mi hanno confermato che l'intervista è un modo molto interessante di avvicinarsi alla storia, non solo per dei bambini, ma anche per gli adulti: ascoltare la viva voce di chi ha vissuto qualche esperienza è decisamente coinvolgente. Inoltre devo ammettere che  la curiosità produce impegno e porta sempre a dei risultati. Lascio poi al tempo, alla loro crescita, al loro futuro percorso di apprendimento, insomma agli anni a venire, la capacità che acquisiranno di vagliare e interpretare in modo corretto ciò di cui verranno a conoscenza, imparando a distinguere i fatti oggettivi dai soggettivi e assumendo pian piano un senso critico e personale di fronte a ciò che ascolteranno. Dal loro lavoro spontaneo ricominceremo il lavoro progettuale il prossimo anno, discutendo e confrontandoci su temi che emergono dal racconto: la prigionia, la lontananza, ma anche i riconoscimenti, i valori, la "fortuna", i legami con la famiglia... 
Inoltre ho potuto confermare a me stessa quanto le "guerre" di qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo siano tutte uguali nella loro drammaticità e nella loro capacità di sconvolgere e condizionare la vita delle persone, tanto che, nonostante la condanna di ogni forma di violenza e sopruso, e l'imperativo categorico citato anche nella nostra Costituzione di "ripudiare la guerra", questa sia parte integrante e forse inconsapevolmente sempre presente nella vita di oggi, anche se non vissuta in prima persona. 
Così ho immaginato quale sarà il tema delle nostre ricerche nel progetto del prossimo anno, che continuerà se i ragazzi vorranno, coinvolgendo sempre più alunni: la ricerca dei testimoni diretti delle guerre, la trascrizione dei loro racconti in prima persona, di qualsiasi guerra si tratti. Il progetto si chiamerà "IO C'ERO". Per chi vorrà partecipare cominciano fin da ora  le ricerche delle persone da intervistare. Buona estate "alunni in trincea" e a presto.

Oggi, 6 maggio, siamo andate a intervistare Angelo Uffredi di Scopa che ci ha raccontato la sua esperienza in guerra. La guerra lo ha scioccato molto.
Ci ha detto che ha passato circa due anni (22 mesi) in un campo di concentramento dove è stato preso da una commissione tedesca a fare il falegname con altre 24 persone. Angelo però di lavoro non era falegname, faceva il boscaiolo.
Con il passare del tempo i 25 falegnami poterono godere di piccoli privilegi, come la libera uscita serale.
Il 24 maggio 1945 i titolari della fabbrica dove lavoravano dissero loro: "Siete liberi" dando loro un camion per raggiungere la stazione ferroviaria. Vennero fermati a Villac dagli alleati, che li nutrirono e li rinfrescarono, poi ripresero il viaggio e arrivarono fino a Mestre. Qui di nuovo gli alleati li caricarono su un camion e li condussero a Forlì dove vennero messi in quarantena.
Con mezzi di fortuna riuscirono ad arrivare a Milano. Qui, alla stazione Centrale, si salutarono con commozione e ognuno proseguì per la sua strada.
Quando arrivò in Valsesia Angelo si presentò alla caserma dei Carabinieri di Scopa. Questi lo mandarono a Torino per una settimana per ricostruire gli eventi riguardanti il periodo della prigionia. Poi gli vennero concessi sessanta giorni di licenza e di seguito riprese servizio al battaglione mobile della Cernaia. Venne congedato il 23 dicembre 1945 (che bel regalo di Natale!).

Una volta tornato a casa Angelo riprese il suo lavoro di boscaiolo. Il 25 ottobre del 1975 un albero gli cadde addosso, per miracolo si salvò ma rimase infortunato. Non si scompose più di tanto e nel 1977 divenne imprenditore di se stesso, continuando a fare il boscaiolo fino al 1990, quando meritatamente andò in pensione.

Il 29 gennaio 2013 Angelo ha ricevuto la medaglia d'onore al merito, spettante a coloro che hanno vissuto i campi di concentramento durante il periodo bellico.
Ricerca di Lisa e Arianna


Trascrizione di parti di lettere inviate da Umberto Topini alla moglie Mariuccia

Roma, 16 maggio 1943
(...)Venerdì alle tre e mezza, dopo pranzo, hanno dato l'allarme. Più di 40 apparecchi hanno bombardato il porto e la città di Civitavecchia, che è circa settanta km di qui, mentre una divisione di soldati stava per imbarcarsi. Poche ore dopo, parecchie centinaia di vigili, e questo a turni, partivano da Roma per andare sul posto a spegnere gli incendi ed a scavare feriti e morti che sono in numero assai rilevante. Io ero pure nella lista di partire, poi siccome ero di guardia in quel momento, ne hanno mandato un altro al mio posto. Pensavo di essere dentro oggi in un'altra partenza, ma nemmeno, questo perché sono libero, ma alla prossima, sarà facile che ci nadrò pure io. Continuano sempre a scavare, il porto è distrutto, poi se sentissi cosa (rac)contano! 
Roma, 1-8-43
(...)Non ti ho ancora detto che nel bombardamento di Roma in tre ore hanno buttato giù 7000 quintali di esplosivi, figurati, le vittime ammontano a 7000 pure! (...)



giovedì 18 maggio 2017

Visita all'Istituto storico di Varallo.

Giovedì 5 aprile 2017 siamo andati all'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Varallo , a intervistare il direttore dell'istituto, Enrico Pagano. In realtà non abbiamo fatto una vera e propria intervista perché è stato lui a parlarci di molte cose.

L'istituto è stato fondato nel  1974 e prima aveva sede a Borgosesia; si è spostato a Varallo solo negli ultimi anni. Si occupa della raccolta di documenti, informazioni, materiali dal 1861 ad oggi, hanno infatti scelto la data dell'Unità d'Italia come inizio delle loro ricerche. Per noi e per tutti gli appassionati di storia è molto importante sapere che ci sono questi istituti di ricerca. Il professor Pagano ci ha spiegato che è difficile trovare informazioni sulla Prima Guerra Mondiale, perché sono ormai passati 100 anni e non ci sono più testimoni diretti della guerra, ma capita che gli eredi donino delle fonti preziose come foto, lettere, diari, oggetti appartenuti ai loro antenati. Infatti l'istituto sta per pubblicare il diario di un soldato della Valsessera, probabilmente caduto in guerra di cui il Direttore ci ha mostrato l'originale. E' composto di tante pagine e si conclude bruscamente con una lettera a casa.

L'Istituto  pubblica una rivista semestrale intitolata "L'impegno". Nell'ultimo numero, uscito a dicembre 2016, c'è un articolo scritto da  Mauro Borri Brunetto: "Il prezzo della vittoria. I caduti della Grande Guerra nell'Albo d'oro della provincia di Novara".
Vi si legge che i caduti della provincia di Novara, a cui apparteneva la Valsesia nel circondario di Varallo, iscritti nell'albo dei Caduti che redisse l'Italia negli anni successivi alla fine della guerra, furono 11.859. Però abbiamo capito che è veramente difficile scrivere un numero certo quando si tratta di questa Guerra. Di questo numero non fanno parte tutti coloro che morirono per fucilazione, né quelli morti in carcere per reati commessi durante il servizio militare, né i disertori. Se sono stati fatti tutti i monumenti al milite ignoto che ci sono in Italia, c'è da pensare che chissà quanti sono coloro che sono partiti e non sono più tornati, visto che tanti caduti non sono mai stati identificati.
Il numero dei morti del circondario di Varallo fu 560, quasi tutti appartenenti al quarto reggimento alpini. Il maggior numero di caduti della nostra provincia si ebbe proprio esattamente 100 anni fa nel maggio 1917, durante la X battaglia del Isonzo; vi persero la vita più di 550 soldati.
Il professor Pagano ci ha mostrato anche dei cimeli che sono stati donati all'istituto per la loro conservazione.

 Martedì scorso abbiamo presentato il blog ai ragazzi della classe terza della scuola di Balmuccia durante la giornata della continuità, visto che loro hanno proprio studiato la Prima Guerra Mondiale in storia. sono anche andati in gita nei luoghi della Grande Guerra in Trentino, visitando le trincee e ce lo hanno raccontato. All'incontro hanno anche assistito le professoresseMalgaroli e Tommarello, della scuola di Balmuccia.

Con questo post si conclude il nostro lavoro per quest'anno.

Riflessioni personali rispetto al progetto

Arianna: "Per me questo blog mi ha aiutato ad imparare cose nuove e a capire cosa significa "GUERRA".La cosa che mi dispiace è che sono finiti gli incontri".
Adele: "Per me il blog di quest'anno è stato  interessante. La cosa che mi dispiace è che è finito.
Yuri: "La cosa più positiva è ritrovarsi tutti insieme fuori da scuola. La cosa che mi dispiace è che sia finito."
Simone: "Questo lavoro mi è piaciuto molto soprattutto perché ho imparato cose nuove. La cosa che non mi è piaciuta è che ci sono stati pochi incontri."
Alberto: "E' stato bello questo anno perché eravamo due classi e perché si imparano sempre cose nuove; però non abbiamo fatto molto come l'anno scorso perché non abbiamo fatto molti incontri".
Pietro: "Questo lavoro mi è piaciuto molto perché ho imparato cose nuove sulla guerra, peccato che non ci siano stati molti incontri; l'anno prossimo verrò di nuovo per imparare cose nuove."
Carlotta: "Io sono venuta perché mi piace studiare la Prima Guerra Mondiale."
Lisa: "Mi è piaciuto perché adesso capisco meglio i racconti di mia mamma su mia nonna. Non mi è piaciuto il giorno della continuità perché quelli di terza media non ascoltavano tanto."
Mohamed: "A me è piaciuto molto perché mi piace studiare la Prima Guerra Mondiale. E' bello anche vedere che ci possono vedere persone da tutto il mondo, tipo il Canada."

giovedì 16 marzo 2017

UNA GIORNATA IN ARCHIVIO

Giovedì 16 febbraio siamo andati all'Archivio di Stato di Varallo in cerca di documenti risalenti al periodo di guerra. Abbiamo consultato tre faldoni o mazzi: uno del comune di Piode, uno del comune di Pila, uno del comune di Scopello. La maestra ci ha fatto trovare questi faldoni perché abbiamo concentrato le nostre ricerche sui paesi da cui noi proveniamo che sono Scopa, Scopello, Pila, Piode e Campertogno. Abbiamo trovato alcuni documenti interessanti: telegrammi e lettere di comunicazione di morti al fronte, registri di leva, cartoline dei soldati, volantini di propaganda. Abbiamo fotografato, fotocopiato e preso appunti direttamente dalle fonti. Eravamo dodici piccoli ricercatori.




Tornati a scuola, il giovedì successivo, ci siamo divisi in piccoli gruppi e abbiamo trascritto alcuni dei documenti raccolti. Abbiamo lavorato da soli in classi diverse. Per tutti il lavoro più difficile è stato decifrare la scrittura nei documenti. Si trattava di telegrammi o comunicazioni di avvenuto decesso dei soldati. Il lavoro è difficile perchP i documenti sono scritti a mano e la calligrafia è diversa da quella che usiamo noi, e anche l'italiano. In tutto abbiamo trovato e trascritto nove documenti attestanti la morte di soldati di Scopello e Pila. Abbiamo notato che questi paesi, negli anni della Guerra, erano sotto la provincia di Novara, diversamente da oggi, in cui siamo sotto la provincia di Vercelli.
Dopo la trascrizione, il giovedì successivo ancora, siamo andati a verificare al Monumento dei Caduti la corrispondenza dei nomi e tre nomi non corrispondevano: Galletti Enrico, Croso Attilio e Corda Federico, pur comparendo sui documenti, non ci sono sul Monumento. Ci sono altre persone con lo stesso cognome, ma nome differente. Secondo noi questo fa pensare che non ci siano tutti i nomi dei Caduti scritti sui Monumenti,  che qualche nome sia riportato su un altro Monumento o che addirittura non si siano trovati davvero tutti i Caduti della Grande Guerra.
Cinque risultano caduti nel 1916, tre nel 1917 e uno nel 1919. Sette sono morti sul campo o in ospedale per ferite conseguenti al combattimento e due per malattia. Il più giovane aveva 21 anni, un altro 23, un altro 26, poi due 30 anni, uno di 34, uno di 35 e uno di 37 anni.

In Archivio abbiamo anche trovato i registri di leva del Comune di Piode, ma non di tutti gli anni. Su questo registro si scrivevano i nomi dei maschi del paese che dovevano andare a fare il militare. Purtroppo durante la Guerra vennero chiamati anche giovani che non avevano ancora compiuto 20 anni.

Abbiamo anche trovato delle interessanti cartoline che i soldati al fronte spedivano a un Comitato di Varallo che raccoglieva indumenti caldi da mandare al fronte. Erano le donne a casa a fare questi indumenti. Le cartoline venivano spedite dai soldati per ringraziare il Comitato varallese. Un soldato scriveva: "Finalmente dopo molto tempo vengo a ricevere il pacco che il comitato ha ben voluto spedirmi contenente due paia di calze, un passamontagna, il libretto del soldato con dentro una medaglia di ricordo di Varallo. Vi raccomando di ringraziare molto codesto comitato per ciò che mi sarà molto utile nelle notti che io faccio servizio (...)


























Ci sarebbe piaciuto trovare documenti sui soldati che avevamo già studiato l'anno scorso o interpretato nel teatro. A dir la verità ci aspettavamo di trovare più documenti di una cosa così importante come una Guerra, invece non c'era tanto da guardare. Praticamente in un'ora e mezza siamo riusciti a vedere tutto quello che c'era nei faldoni che ci hanno messo a disposizione. Bisogna dire però che i documenti del Comune di Scopa  sono conservati a Scopa e quindi non li abbiamo potuti trovare a Varallo. Molti documenti dei Comuni di quegli anni, quindi, sono andati perduti.
La prossima volta andremo a visitare l'Istituto Storico per la Resistenza delle Provincie di Biella e Vercelli, che ha sede a Varallo e speriamo di trovare nuova documentazione o altro materiale.
Aspettiamo domande e richieste sui documenti e speriamo di riuscire a rispondere alle vostre curiosità.

16 Marzo 2017
Marco, Arianna, Loris, Alberto, Mohamed, Pietro, Simone, Adele, Carlotta, Chiara.

giovedì 16 febbraio 2017

La Prima Guerra Mondiale nel nostro teatro

I ragazzi di Quinta di quest'anno che partecipano al progetto, l'anno scorso hanno costruito e messo in scena uno spettacolo a sfondo religioso, in occasione della celebrazione della Prima Comunione. E' una tradizione della scuola che si protrae da alcuni anni. 
Il primo atto della loro recita era ambientato ai tempi della Prima Guerra Mondiale, vissuti da una famiglia valsesiana. In questi giorni hanno ricercato il testo teatrale e l'anno arricchito con dei disegni. Infatti non sono riusciti a trovare le belle scenografie dipinte lo scorso anno. Ma la ricerca continua...Ecco a voi il testo integrale del primo atto.                                                Maestra Marta


SCOPELLO - CENTRO POLIFUNZIONALE
Maggio 2016
LA DEVOZIONE A MARIA
Atto primo
"Pietre Grosse"
Piode, disegno della chiesetta delle Pietre Grosse


Personaggi e interpreti:
Maddalena (bambina)                  Adele
Caterina (sorella maggiore)          Arianna
Giovanni (fratello)                        Simone
Mamma                                      Chiara
Nonna                                         Lisa
Papà                                           Pietro
Commilitone al fronte                  Simone

La scena si apre su Maddalena che canta una ninna nanna con una bambola in braccio.
https://drive.google.com/file/d/0B8Vt97Dt296wcUczRzFTN1BOdENMU3RRaUxQTDNmVTNFb3Qw/view?usp=sharing
Mad:  "Ninna nanna, la mia pitta fa la nanna..."
Entrano i due fratelli che le strappano dalle mani la bambola e iniziano a lanciarsela come una palla.
Mad: (piangendo) "Ridatemi la mia poppa, è un regalo! Me la sono guadagnata! Me l'ha regalata una bambina che è venuta qui in villeggiatura, in cambio di un secchiellino pieno di mirtilli!"
Cat: "Ma piantala! non darti tutte queste arie per una bambola!"
Entra la nonna.
Non: "Smettetela! Comportatevi bene! Da quando vostro padre è in guerra in questa casa non ci sono più regole!
Entra la mamma.
Mam: "Perchè siete così arrabbiata madre?...Cosa sta succedendo?
Non: "Questi tre lazzaroni continuano a litigare! Non otterrai nulla di buono da loro...cerca di avere più polso!" Adesso che tuo marito è lontano devi farti rispettare! Sei tu che devi prendere il comando di questa casa!"
Mam: "Madre, io sono troppo giù di morale, non faccio altro che pensare al mio Giacomo. Se non dovesse più ritornare dalla guerra...? Che ne sarà di noi?! Sono due mesi che non ho più sue notizie. Sto molto male e non ho più voglia di far niente."
Non: "Mi rendo conto che non ti occupi più di nulla... se non ci fossi io a badare alle bestie, a cucinare, a lavare... qui tutto andrebbe in malora! Ma ti rendi conto che ho quasi ottant'anni e sono io che mando avanti la baracca?!"
Mam: (piangendo disperata) Madre.. se non ci foste voi...
Non: "Su dai...non perderti d'animo. Sai cosa possiamo fare? Dobbiamo pregare la Madonna delle Pietre Grosse; per nove sere andremo davanti alla nostra Chiesa delle Pietre Grosse a recitare il Rosario. Vedrai che la Madonna ci aiuterà e avremo presto notizie del nostro Giacomo. 
Mam: "Si madre! Facciamo come dite voi. Caterina, Giovanni, Maddalena venite che andiamo a dormire."
Mad: "Mamma, ho sentito che tu e la nonna andrete a pregare, vogliamo venire anche noi... e stai tranquilla vedrai che il papà tornerà e quest'estate andremo tutti insieme a Meggiana, all'alpe...e al sabato, quando il papà salirà a trovarci, rifaremo quelle belle cantate fuori dal casone!"
Mam: "Speriamo speriamo in bene" E adesso però tutti a dormire che si è fatto tardi."
Tutti escono.
Canzone "Era una notte che pioveva".
https://drive.google.com/file/d/0B8Vt97Dt296wUEQxYTBBWEVHeEtKc1FxODRlSVJjb1FyWno4/view?usp=sharing
 La scena cambia e si va sul fronte con uno sfondo nuovo. Il papà è di sentinella.
Voce: "Sentinella all'erta!"
Papà: "All'erta io sto! Parola d'ordine?"
Si sente una fucilata. 
Papà: "Ahhh" e cade a terra.
Disegno di una scena della Prima Guerra Mondiale in trincea

Com: "Dai cuscrit! Raccogli tutte le tue forze, andiamo al riparo in trincea" (mentre lo aiuta ad alzarsi continua) "Presto...chiamate il medico! C'è un ferito grave!"
Contemporaneamente a Piode...
Mam: "Madre, sono sconvolta! Ho fatto un brutto sogno. Ho sognato che il mio Giacomo veniva ferito da una fucilata!"
Entra il postino con un telegramma.
Mam: "Guardate madre...un telegramma dal fornte. Oh povera, me, povera me... Giacomo è stato ferito ed è in gravi condizioni! Madre, io devo partire...devo raggiungere il mio sposo!"
Bambini: "Veniamo anche noi!"
Non: "Ma cosa ti viene in mente?! Non sei mai andata oltre Varallo e adesso dove pensi di andare? ...A cercarlo!? Sul telegramma non c'è nemmeno scritto dove è stato ferito! Prima di prendere una decisione, terminiamo la nostra Novena. Io nutro molta fiducia nella Madonna delle Pietre Grosse."
Mentre stanno pregando, l'ultimo giorno della loro Novena, vedono da lontano il padre avvicinarsi.
I bambini corrono incontro al padre e lo abbracciano.
Bambini: "Padre, padre..."
Mam: "Come stai? Cosa ti è successo? Eravamo tutti in pena per te..."
Papà: "Sono stato ferito mentre ero di sentinella. Sono stato in coma due giorni e quando mi sono risvegliato mi sono ricordato di aver sognato la Chiesetta delle Pietre Grosse e davanti c'erano delle donne che pregavano."
Mad: "Papà, papà eravamo noi che pregavamo per il tuo ritorno!"
Cat: "La Madonna delle Pietre Grosse ci ha fatto il miracolo e la nostra famiglia è di nuovo riunita!"
Papà: "Ho anche una bella notizia da darvi: a causa di questo incidente mi hanno congedato e quindi ...non dovrò più tornare in guerra!"
Mad: "Avevo ragione mamma! ...Quest'estate andremo di nuovo tutti insieme a Meggiana!"
https://drive.google.com/file/d/0B8Vt97Dt296wdnVlcXJhdnZrdEpZeUFOWUlndFJYUTlMQjFR/view?usp=sharing

F i n e