giovedì 15 marzo 2018

Le nostre interviste

15 marzo 2018
Oggi siamo solamente in tre. Alla scuola secondaria tutti sono occupati con verifiche, così siamo Carlotta. Giacomo e Nicoletta.
Persone che hanno vissuto nella Prima Guerra Mondiale non ce ne sono più nella nostra valle, ma possiamo intervistare persone che hanno vissuto "una guerra" da bambini. Di queste ce ne sono tante.
Nicoletta ci ha portato le notizie che ha ricevuto da sua nonna, la signora Serafina Poloni di Piode. Oggi ha 85 anni essendo nata nel 1932. Al tempo della Seconda Guerra Mondiale, di quando sono i suoi ricordi, aveva 12 anni. Prima dello scoppio della Guerra la sua famiglia emigrò in Francia dove frequentò l'asilo. Non parlava francese e la sua maestra disse alla sua mamma che sarebbe diventata una sarta, perché, mentre gli altri bambini giocavano, lei stava vicino alla maestra e insieme a lei imparava a cucire. Infatti diventò veramente una sarta.
Il ponte di Piode attuale
Quando scoppiò la guerra in Francia la famiglia tornò in Italia, sempre a Piode. Il papà stava sempre sulle montagne durante la guerra e tornava solo di notte e lei viveva con la mamma e il fratellino piccolo.
Della guerra si ricorda il passaggio degli aerei. Quando era buio dovevano mettere delle tende scure alle finestre per non far vedere le luci agli aerei che passavano.
Si ricorda anche un episodio di alcuni soldati che vennero a casa sua e diedero loro del cioccolato.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la nonna ricorda anche l'episodio in cui fu fatto saltare il ponte di Piode. Lei e il papà stavano andando a Pila attraverso la montagna di Mera, perché non si passava dalle strade altrimenti si rischiava di essere scoperti. Dovevano 
vendere una mucca e sentirono un grande boato. Il papà si arrampicò su un albero per vedere cosa era stato e vide un gran fumo. Disse subito che era saltato il ponte di Piode.
I ponti durante la Guerra spesso venivano fatti saltare per impedire ai nemici di transitare. Il papà era molto preoccupato perché vicino al ponte abitava la sua bisnonna.
Il vecchio ponte era a tre arcate, quello di oggi ne ha soltanto due.
                                                                                      Nicoletta, Giacomo e Carlotta


Oggi, giovedì 5 aprile, siamo in otto. Durante le vacanze di Pasqua abbiamo ascoltato la registrazione di Zoe che ha intervistato Maria Teresa Mattasoglio, una signora di Scopello che abita vicino alla casa di sua nonna. E' del 1930 e ai tempi della guerra era ragazzina. Durante l'intervista, oltre alla voce di Zoe, si sentono anche altre voci: i nipoti della signora Maria Teresa: Ernestina e Fabrizio Tosi e la voce di Francesca Conti, mamma di Zoe.

Mentre eravamo a scuola è venuto a trovarci il signor Francesco Fiori, nonno di Carlotta e Giacomo. E' di Carpignano ed è nato nel 1940, quindi all'epoca dei fatti che ci racconta, aveva 4/5 anni.
Abbiamo registrato anche la sua intervista.


Incrociando le informazioni ricevute da queste interviste ci siamo resi conto che le guerre del passato in Italia non hanno coinvolto direttamente i bambini come invece succede oggi. Un tempo gli eserciti combattevano uno contro l'altro e, durante la Seconda Guerra Mondiale, furono bombardate le città. Così molti bambini detti "sfollati" vennero a frequentare le scuole qui in montagna. Gli sfollati di un tempo sono i "profughi" e "rifugiati" di oggi. Allora abbiamo deciso di chiedere ai ragazzi ospiti a Scopa in un Centro di Accoglienza, se hanno vissuto esperienze di guerra nella loro vita e se hanno voglia di incontrarci. Siccome la maestra li conosce bene, glielo chiederà lei.

Giovedì 19 aprile
Oggi siamo in due, Zoe e Anna, e sono venuti a trovarci Fadialla e Mohamed, sono due giovani africani, il primo del 1990 e  il secondo del1999. Ci hanno spiegato alcuni episodi di guerra in Mali e Costa d' Avorio, i loro Paesi di origine da dove sono dovuti scappare.
Nella città dove viveva Mohamed i bambini non sapevano cosa significava la parola "PACE" e per loro vedere morire una persona era naturale; i bambini erano orfani o abbandonati dalle proprie famiglie che scappano per cercare di salvarsi la vita. Entrambi ci hanno parlato di  genitori, bambini e ragazzi ogni giorno rinchiusi nelle loro case spaventati.
Nei loro paesi la guerra è condotta da bande di terroristi e infatti la gente è terrorizzata. Queste bande sono molto organizzate e ben armate, mentre lo stato non ha a disposizione armi sufficienti per contrastarli. Così la popolazione è inerme e prima di tutto i bambini.
Ci hanno parlato anche della Libia, un Paese che hanno conosciuto perché ci hanno passato del tempo durante il loro esodo verso la pace. Secondo loro la Libia è un Paese dove non c'è pace perché ci sono tre partiti che vogliono il potere e si combattono tra loro. La gente che arriva in Libia viene imprigionata e quando la prigione è piena vengono uccisi o mandati sul mare. Così è successo a loro.
Fadialla è andato a raccontare la sua esperienza nella scuola alberghiera di Varallo nel 2017 e ai ragazzi del Liceo d'Adda quest'anno.








giovedì 1 marzo 2018

Il progetto riparte

Anche quest'anno abbiamo cominciato...un po' in ritardo...ci siamo trovati giovedì 1 marzo a Scopello ma eravamo in pochi, speriamo di raccogliere qualcun altro strada facendo.
Abbiamo deciso di intervistare delle persone che abbiano vissuto durante una guerra o in periodi di guerra. Ognuno di noi proverà da solo ad ascoltare qualche compaesano o parente prima del prossimo incontro.
Ci ritroveremo il 15 marzo, sempre di giovedì dalle 14.30 alle 16.30. Intanto abbiamo trovato questa canzone su You Tube e vi consigliamo di ascoltarla. Nel mondo oggi, proprio in questo momento, una delle guerre più note è quella in Siria che va avanti da 8 anni. In questa guerra ogni giorno sono colpiti dei bambini.
https://www.youtube.com/watch?v=D0kngMUAnHk
Carlotta, Chiara, Giacomo, Mohamed, Nicoletta, Yuri, Zoe.