La Valsesia


ll nostro territorio é vastissimo di montagne e il nome Valsesia deriva dal fiume Sesia che nasce dal massiccio del Monte Rosa dove si trova il rifugio più alto d’Europa, la Capanna Regina Margherita (m 4559 slm).
Il fiume Sesia è un affluente di sinistra del fiume Po. La valle si estende dal massiccio a Romagnano Sesia ed è divisa in Val Grande, Val Sermenza o Val Pitta e Val Mastallone.   
A spasso per le viuzze del centro storico di Muro di Scopa
Lungo le strade che la percorrono si incontrano sia paesini di montagna con le loro tradizioni, sia centri più grandi e più ricchi di servizi come Varallo e Borgosesia.
Un tempo la valle era ricoperta da un vasto ghiacciaio; intorno all’anno mille i primi colonizzatori cominciarono a risalirla fondando piccoli nuclei abitativi e disboscando il territorio. Due secoli dopo un’altra popolazione, il popolo  walser, scese dalle montagne e colonizzò i luoghi più alti.
I paesini sono ancora oggi molto caratteristici, con case costruite in legno e pietra, coperte di grosse lastre chiamate “piode”.
La nostra valle è molto ricca di 
boschi ma anche di grandi prati usati a pascolo. Tanti sono gli alpeggi ricchi di biodiversità sparsi sulle montagne e molti di essi sono ancora occupati da pastori che in estate li ripopolano con le loro bestie: ovini, caprini, bovini, suini, equini e cani;  
con l’ attività di trasformazione del latte, mantengono ancora vivi gli 
antichi sapori, come quelli della toma e del burro d’alpeggio.

Ci sono mestieri molto antichi come quello del falegname, il muratore, l’allevatore, il fabbro e anche mestieri legati al turismo come il ristoratore, l’albergatore, gli uffici turistici e le agenzie immobiliari.
Molte sono le tradizioni: un tempo le donne si vestivano con abiti che ora sono i costumi tipici dei vari paesi; 
Costume di Piode e acconciatura tradizionale
li indossano ancora oggi nelle occasioni importanti e nei giorni di festa. Il costume è composto da una gonna lunga nera (bombasina), da un corpetto colorato e ricamato (busard), da una camiciola bianca con inserti di puncetto, un ricamo prezioso e difficile composto di migliaia di nodi fatti con l’ago, e da un grembiule anch’esso ricamato. Ai piedi si indossano gli scapin, tipiche pantofole di lana e stoffa cucite a mano.

Molte sono le opere d’arte tramandate dagli antichi, infatti la Valsesia è ricca di chiese, oratori, cappelle dove, al loro interno, si possono osservare altari scolpiti nel legno, affreschi, quadri, statue e tanti altri oggetti preziosi.
I cibi tradizionali della Valsesia sono: le miacce, i capuneit, l’ava cocia, il buieut (una polentina molto liquida) e la toma. Le miacce sono dischi sottili fatti di farina, acqua e latte e cotte con un apposito ferro a due piastre. Finita la cottura si possono farcire come si vuole. 



I capuneit sono degli involtini di foglie di lavassa (rabarbaro selvatico) ripiene di un trito di erbe miste, un po’ di carne, formaggio e uova; si possono mangiare raramente solo nelle feste della Madonna di Mera a Scopello e alla festa delle Pietre Grosse di Piode o nelle case dei valsesiani.
Preparazione dei caponeit


In Valsesia ci sono tre aree protette: 
il Parco Naturale Alta Valsesia
la Riserva del Sacro Monte di 
Varallo e il Parco del Monte 
Fenera. Si possono vedere 
specie animali come stambecchi 
e marmotte, lungo i sentieri d’alta 
montagna, ma anche scoprire 
le grotte del monte Fenera,


Orso Speleus al Museo Paleontologico di Borgosesia



dove vissero l'orso speleus e l’uomo di Neandertal. 
C’è la possibilità di fare escursioni 
alpinistiche e scalate ma anche 
passeggiate più semplici e meno 
impegnative.   

Varallo è il centro storico della Valsesia con il suo Sacro Monte, ricco di arte e cultura. Al Sacro Monte, immersi in una natura silenziosa, si può pregare e vedere centinaia di opere facendo pochi passi; ci sono tante cappelle che rappresentano la vita di Gesù e Varallo per questo viene chiamata città d’arte.
Sacro Monte di Varallo, cappella dell'ultima cena
Su tutte le montagne valsesiane ci sono dei bei sentieri chiamati Sentieri dell’Arte; a Scopa si parte da Muro e si raggiunge l’alpe Gallina. Durante il cammino, si trovano delle chiesette antichissime tutte affrescate.
Per chi ama sciare, la Valsesia offre le piste dell’alpe di Mera e quelle del Monterosa ski, dove, con le numerose funivie, è facile anche arrivare in Valle d’Aosta e dove arrivano turisti da tutti il mondo.
alpe di Mera, cima Camparient durante il corso di snowboard
A Mera c’è un lago artificiale, dove quando fa freddo e la temperatura è giusta ma non nevica, sparano la neve programmata.
Carcoforo, Scopello e Riva Valdobbia offrono anche tre piste di sci di fondo. Ma basta trovare una piccola discesa per divertirsi senza spendere nulla!
Giochi con gli sci alla "Distanda", un prato di Scopello vicino alla scuola
Mera è famosa anche in estate per uno sport che si chiama downhill, dove si sale in funivia con la bici e si scende  lungo il percorso  fino a valle.
Discesa downhill Mera-Scopello
Il fiume Sesia oggi è uno dei più sfruttati in Europa per gli sport fluviali; infatti lungo le sue sponde sono nate diverse scuole di canoa e rafting.
A noi piace vivere in Valsesia perché si respira aria pulita, si imparano tante cose pratiche e sul proprio passato, ad  esempio il dialetto e poi secondo noi la Valsesia è il posto più bello che ci sia.
Al lavoro nei campi
Raccolta legna nei boschi e trasporto con la caula
Bibliografia:
“I più bei sentieri della Valsesia” di Corrado Martiner Testa, Ed. Blu (2014)
“Alpi, alpigiani e formaggi della Valsesia” di D. Barbaglia e C. Monti, Ed. Testori (2012)
“Monterosa” di Carlo Meazza, Ed. Jaca book (1992)

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